Tra il XVIII e il XIX secolo, numeroi furono gli artisti, i nobili e i letterati stranieri giunti in Italia per il Grand Tour: un viaggio di formazione alla scoperta delle meraviglie storiche greche e romane e delle bellezze natura i, fonte di ispirazione per le loro opere e occasione di elevazione culturale.

Paesaggisti soprattutto inglesi, francesi e tedeschi visitarono e dipinsero le terre del Ducato di Sora, a metà strada tra Roma e Napoli, meta prediletta perla presenza di secolari abbazie, per il fascino delle cascate del Liri, per le memorie storiche ed architettoniche classiche legate a personaggi che qui ebbero i natali, come Caio Mario e Marco Tullio Cicerone.

Un flusso ininterrotto di artisti e letterati di varie nazionalità, iniziato a metà Settecento, che avrà il suo culmine a fine Ottocento con i pittori danesi e norvegesi che dipinsero scorci, paesaggi e scene di vita di Sora e Civita d’Antino.

I percorsi preferiti includevano Tivoli, Subiaco, Trisulti, Casamari, Isola del Liri, Sora, Monte Cassino e, in alcuni casi, le Valli di Roveto e di Comino.
Tra gli artisti e letterati, nomi eccellenti del panorama europeo dellepoca come ad esempio il pittore francese Jean-Joseph-Xavier Bidauld (1758 – 1846), autore di una splendida veduta della cascata di Isola del Liri del 1793, oggi esposta al Museo del Louvre.

Oppure il nobile e antiquario, archeologo, scrittore e viaggiatore inglese Richard Colt Hoare (1758-1838), di cui segnaliamo due vedute del 1790 raffiguranti rispettivamente il castello Boncompagni con la cascata di Isola del Liri e l’abbazia di San Domenico, i due maggiori luoghi di interesse nei dintorni di Sora per i grands tourists.

L’abbazia, secondo la tradizione, era stata costruita dal santo originario di Foligno sul luogo, presso la confluenza del Fibreno nel Liri, ove mille anni prima era la villa natale di Cicerone, l’illustre oratore arpinate.

Nelle opere degli artisti il paesaggio ritratto sovente mostrava la grande ricchezza di acque e salti del territorio, potenzialità poi sfruttate ad inizio Ottocento da alcuni imprenditori francesi che crearono le basi per lo sviluppo di moderne cartiere che resero il distretto di Sora una delle aree più industrializzate di tutto il Regno delle Due Sicilie. Le opere degli artisti stranieri che hanno frequentato il nostro territorio sono oggi esposte nei più importanti musei e collezioni di tutto il mondo, mentre gli opifici costituiscono un ingente patrimonio di archeologia industriale.
Paolo Accettola